giovedì, febbraio 07, 2013

Colore Visione e Creatività

Colore Visione e Creatività


Come ben sapete il colore è il risultato della decodificazione delle diverse lunghezze d'onda della luce riflessa, che viene percepita dai nostri occhi e mandata alle aree del cervello preposte per essere 'tradotta'. Nell'occhio troviamo due tipi di recettori: i coni, preposti alla visione dei colori (fotopica) e i bastoncelli, più sensibili al movimento,  alla visione al buio (scotopica). Questi 'sensori' lavorano in modo indipendente ed entrambi i tipi sono caratterizzati da differenti sensibilità alla luce. A loro volta i coni si dividono in tre categorie, quelli deputati alla visione del verde, del blu e del rosso (per ulteriori dettagli: http://it.wikipedia.org/wiki/Fotorecettore


Ora va precisato che non esiste un solo essere umano che percepisca il colore esattamente allo stesso modo, e per rendere più facile la comprensione di ciò vi basta pensare a quando vedete una foto a colori sul vostro pc, poi sul pc altrui e poi la stampate, avrete tre versioni sensibilmente diverse della stessa foto dal punto di vista cromatico (e spesso anche del contrasto). Accade la stessa cosa con gli occhi ed ancor più col colore 'immaginato', dite BLU a un gruppo di persone e state certi che ognuno di loro avrà visualizzato mentalmente una sfumatura di blu differente.

Va considerato anche che esistono patologie specifiche della visione del colore, come il daltonismo, che agiscono in modo differente a  seconda della percentuale o del tipo (non esiste un solo tipo di daltonismo a differenza di quanto comunemente si crede); online si trovano parecchi test facili facili da fare per autovalutarsi. Provate questo.

Prima di abbandonare l'argomento daltonismo vi invito a visitare anche l'utilissimo sito "Color Scheme Designer"  dove, oltre a poter sperimentare in tempo reale le combinazioni di colore più efficaci per il web (fornisce anche html), potete anche testare come queste vengono percepite in caso di problemi di visione del colore.

Tuttavia esiste anche una cosa chiamata 'intelligenza cromatica' ovvero la capacità di percepire e discernere finissime sfumature, trovate qui il test,  a differenza dei soliti Q.I. in questo meno punti fate più intelligenza cromatica avete (perchè ogni punto è un errore).

Henri Matisse disse: "Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione."

Nell'arte il colore, non più vincolato alla rappresentazione fotografica della realtà osservata, diventa mezzo di comunicazione espressiva, portatore di significati. Nel libro "Color Design Workbook" di Adams Morioka l'autore osserva che quando il colore è scelto nella specifica caratteristica reale che va a rappresentare viene definito colore 'locale', quando invece è inatteso o anomalo viene definito colore 'occulto'. Ad esempio: se una mela viene dipinta in sfumature di blu susciterà nell'osservatore interrogativi sul perchè quel colore insolito usato per descrivere un oggetto tanto familiare, questo probabilmente creerà una sorta di legame comunicativo con l'opera. In questo senso l'alterazione cromatica spinta diventa una chiave di espressione, ma anche una chiave interpretativa e un'astrazione dell'idea percettiva del colore (anche in presenza di un oggetto 'reale' nella sua forma). 

Ecco che la scelta del colore, tanto quanto quella della forma, acquisiscono nell'opera creativa un'importanza chiave. Questa è ben riconosciuta in ambito grafico comunicativo, forse meno esplorata e sentita in ambito pittorico amatoriale, dove per la maggiore si opta per un realismo cromatico o per una sorta di casualità cromatica emotiva.

Eppure anche la scelta del colore più banale mediante accostamenti pensati con altri colori influenza significativamente l'equilibrio di luce ed ombra, e vi sono dei colori che insieme 'vibrano' come se risuonassero reciprocamente. Non a caso i termini 'armonico' e 'cromatico' si utilizzano anche in ambito musicale, anche il suono dopotutto è dato da lunghezze d'onda differenti decodificate dal nostro cervello. Perciò in qualche modo i sette colori dell'iride, vanno ad accostarsi in una sorta di 'mistica' fratellanza con le sette note.


prossimamente affronterò il tema del colore come influenza sulla psiche e come simbolo.

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lunedì, febbraio 04, 2013

Livio Caffieri

schizzo preparatorio per un ritratto di Livio Caffieri



Acquerello terra d'ombra, inchiostro bianco e matita, su carta ruvida colorata

martedì, marzo 27, 2012

‹króumëki›


 ‹króumëki› 


"Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione."
Henri Matisse (pittore)



alcuni i miei quadri:
Stefano acrilico su lenzuolo 120x98 cm


Rudy acrilico su lenzuolo 102 x 123 cm
icio (il sacro pane) acrilico su tela 120x120 cm



Alit acrilico su lenzuolo 123x102 cm


Guntur acrilico su lenzuolo 114x98 cm
Zouhaier acrilico su lenzuolo 123x107,5





Joe acrilico su lenzuolo 125x103 cm
Milena acrilico su lenzuolo 88x84 cm

L'età dell'Oro acrilico su tela 70x50 cm

Sorgente acrilico su tela 120x100 cm
Insight acrilico su tela 100x80 cm
Fondazione (magma) acrilico su tela 120x120 cm





sabato, luglio 09, 2011

tornata dai sogni...

La mia culla era a fianco alla biblioteca, 
oscura Babele, miscuglio di romanzi, scienze, 
novelle, cenere di latini e polvere 
di Greci. Ero alto come un in-folio. 
Due voci mi parlavano. Una, insidiosa e ferma, 
diceva:" La terra è come un dolce pieno di malìa;
io posso infonderti un appetito di volume
eguale: sentirai che piacere senza fine!".
L'altra:" Vieni! vieni a viaggiare nei sogni,
al di là del possibile e del conosciuto!".
E cantava come vento sulla spiaggia,
fantasma lamentoso, giunto chissà da dove,
che accarezza l'orecchio e insieme l'atterrisce.
Ti risposi:" Sì, dolce voce!". Da allora
iniziò quel che si può la mia piaga
e la mia fatalità! Dietro lo scenario
dell'esistenza immensa, nel più nero abisso,
vedo distintamente strani mondi
e, vittima estatica della mia chiaroveggenza,
trascino serpenti che mi mordono le scarpe.
Da allora, così come i profeti,
amo teneramente il mare ed il deserto,
rido nel dolore e piango nella gioia,
trovo di dolce gusto il vino più amaro,
prendo spessissimo fatti per finzioni
e con gli occhi al cielo cado nelle buche.
Ma la voce mi consola e dice: "Tieniti i sogni:
I saggi non ne hanno di così belli come i pazzi!".

(Charles Baudelaire - “La Voce” – da "Les Fleurs du Mal")

venerdì, marzo 04, 2011

Virginia Woolf




"in ognuno di noi c'è una foresta vergine; una distesa di neve che non è stata ancora segnata nemmeno dall'impronta di un uccello. Lì viaggiamo da soli e non vogliamo compagnia. Essere sempre compresi, sempre accompagnati, sempre compatiti,sarebbe intollerabile."


Virginia Woolf



lunedì, febbraio 21, 2011

La Qabbalah

La Qabbalah

La comprensione dei sistemi cabbalistici parte sempre dalla premessa che sia impossibile per la limitata capacità di coscienza umana riflettere su Dio e contemplarlo. Dio può essere avicinato solamente atttraverso lo studio del suo rapporto con il creato, allo stesso modo in cui come il nome di Dio è impronunciabile e pertanto ci si riferisce a lui con la frase En-Sof (in se stesso, infinito) oppure con il Tetragramma YHVH.
Nel Sefer Yetzirah il tema centrale è il processo di formazione, e i primi elementi del mondo spirituale, che sono tutti emanazioni del Divino, le dieci Sephirot, sfere dell'energia celeste. Esse si presentano configurate nella nota struttura ad albero (immagine a sinistra), l'Albero della Vita. In cima troviamo Kether, la Corona, affiancata sotto a destra da Binah, l'Intelligenza e a sinistra da Chokmah, la Sapienza. L'albero scende quindi attraverso i dieci centri, le porte dell'illuminazione. Il ramo destro è legato al principio maschile, il sinistro al femminile. altre Sefirot (il singolare è Sefirah) del lato maschile destro sono Ghesed (o Hesed) la Grazia o Misericordia e Netzach la Vittoria (alcuni vi attribuiscono anche la Pazienza) mentre dal lato femminile sinistro troviamo sotto a Binah Geburah (o Gevurah) la Potenza o Forza, e Hod, lo Splendore o la Maestà.
Al centro troviamo Tipheret (o Tiphareth) la Bellezza, sotto di essa troviamo Yesod, il Fondamento e infine Malkuth (o Malkhut) il Regno.
Le Sefiroth sono interconnesse attraverso dei percorsi, 22,caratterizzati dalle lettere dell'alfabeto ebraico.
Le Sefirot sono le Trasformatrici, prima emanazione dell'energia infinita dello En-Sof, mentre le 22 lettere, le Autiot, sono le operatrici che hanno il compito di creare il mondo materiale.
Il Sefer Yetzirah afferma che con le lettere "Egli raffigurò tutto ciò che venne fatto e tutto ciò che sarà fatto". La creazione delle lettere stesse è descritta all'inizio del secondo capitolo, dove si dice che Dio prima le incise, poi le plasmò, le permutò, le soppesò e infine le trasformò. Si può facilmente riconoscere in questo passo una sorta di percorso alchemico materiale/spirituale.
L'alfabeto è diviso in tre gruppi: Le Madri, le sette Doppie e le dodici Singole.








giovedì, agosto 19, 2010

quattro anni fa... ripescata da un mio quaderno



Io sono pietra, sono un essere definito e mutevole che si dissolve e si coagula attorno al proprio cuore in forme relativamente differenti e relativamente uguali.

Non guardo più alla finestra dell'orizzonte con curiosità e speranze, guardo i miei passi e le mie mani che hanno la forma di sempre, guardo i miei propri occhi che sono nuovi eppure antichi.

Non volgo più il capo indietro a rimpiangere o rimuginare, ascolto il battere del mio cuore, talvolta tumultuoso, talaltra quieto, ma sempre presente a se stesso ed al tempo in cui vive.


Non cerco più di piegare il mondo ed il destino in forme a me confortevoli, io sono il mio proprio conforto, il giaciglio dei miei sogni, il lume dei miei risvegli.

Non chiedo più a maestri ed amanti di colmare le mie lacune, le mie lacune sono colme della mia pazienza, saranno il mio lavoro ed il mio impegno a dar loro forma piena.

Non chiamo più "sogno" le ambizioni e i desideri, i Sogni meritano rispetto, sono i maestri del tempo, la dimora dell'Anima, hanno leggi sublimi e segreti dolcissimi e ci offrono importanti spiragli su come trovare il modo migliore di abitare la vita.

Non offro più incantesimi d'amore, offro un solido e caldo cuore in un corpo vivo, per costruire insieme il presente così come ci si offre.