venerdì, luglio 31, 2015


se desiderate acquistare la mia arte da un portale garantito e sicuro eccovi il link e un coupon per uno sconto (vedi fotografia) 

http://www.reputeka.com/artigiano/tiziana-tirtha-giammetta



venerdì, luglio 03, 2015

lunedì, giugno 29, 2015

Evento: OPEN ART – nuovi orizzonti artistici

OPEN ART – nuovi orizzonti artistici
Villa Serafino Salvati a Pianello Vallesina (An)
3 | 4 | 5 Luglio 2015
Vernissage 2 Luglio | ore 18

La X edizione della Festa della Trebbiatura a Pianello Vallesina (An) vuole cogliere e tramandare ciò che è l’antico senso delle “feste del raccolto”, un tempo occasione per godere insieme dei frutti della terra e di quei prodotti generati dalle “mani dell’uomo”.

La Festa racchiude nel suo contesto Open Art, nuovi orizzonti artistici, a cura di Silvia Boldrini, che si svolge all’interno di Villa Salvati. L’arte contemporanea è comunemente avvertita oggi come essenza pulsante ed attiva del nostro tempo e, quindi, un bene culturale, un patrimonio da promuovere, da sostenere come uno dei momenti di maggiore richiamo di un territorio.

Anche in questa edizione Open Art si è prefissa l’obiettivo di creare sinergie tra le varie realtà marchigiane attive nel promuovere e sostenere l’arte contemporanea.
Catalogo e Programma, anteprima online

“Open art, nuovi orizzonti artistici” è un progetto espositivo volto a creare un breve momento culturale che, con le opere in esposizione, con le performance teatrali, musicali e letterarie, contribuisca in modo qualitativo alla diffusione dell’arte contemporanea nel territorio della Vallesina, insieme ad altre realtà.

La location di Villa Salvati, raffinato esempio architettonico dell’800, sarà per 4 giorni un luogo dove il segno dell’arte trova piena ospitalità.
OpenArt, nuovi orizzonti artistici – edizione 2015, il Programma


(click sull’immagine per vederla a maggiori dimensioni)

OPEN ART – nuovi orizzonti artistici
Organizzato dall’Associazione “Mille Luci e… altro”
Patrocini: Fondazione Serafino Salvati, I.P.S.A.A. Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura “Serafino Salvati”, Comune di Castelbellino (An), Comune di Monte Roberto (An), Collegio Agrotecnici e Agrotecnici Laureati della Regione Marche.
Con il sostegno di: Foto Candolfi (Jesi), Affordable Art Point/TG LAB

Vernissage
2 Luglio alle 18, apertura della mostra con il Critico d’arte Gabriele Bevilacqua

Eventi d’arte marchigiani
Castelbellino Arte, Festival multidisciplinare e AR[t]CEVIA International Art Festival

Opere in esposizione degli artisti
Mario Agolino, Silvia Boldrini, Branciforte, Laura D’Onofrio, Nicola Diotalevi, Luciano Dolcini, Romina Fiorani, Tiziana “Tirtha” Giammetta, Sauro Marzioli, Daniel Salvador Patti, Angela Tonni Perucci.

Presenti con le loro foto
Alessandro Carnali, Segio Franconi, Gianni Mazzarini, Giuseppe Perticaroli, Roberto Torelli

Recital & musica
con Mauro Pierfederici, Angela Tonni Perucci e Luca Lampis

Reading musicale
Letture di poesie inedite di Lorenzo Rovinelli & Clipper (Lorenzo Romagnoli, Dave Marino, Toni Guazzaroni)


Partecipo con le due opere:

Iolanda 100x120 cm  acrilico su tela
Stefano 98x120 cm acrilico su lenzuolo



martedì, maggio 26, 2015

EVENTO: HUMAN RIGHTS? #LA CASA DELLA PACE | THE HOUSE OF PEACE


SPAZIO–TEMPO ARTE e FONDAZIONE OPERA CAMPANA DEI CADUTI
presentano

HUMAN RIGHTS? #LA CASA DELLA PACE | THE HOUSE OF PEACE

dal 31 maggio al 30 agosto 2015
Vernissage domenica 31 maggio alle 17,00
Rassegna internazionale di Arte Contemporanea a cura di Roberto Ronca
101 Artisti da 25 Nazioni Raccontano la Pace
Fondazione Opera Campana dei Caduti – Rovereto (TN) – Italy


1925 / 2015 | 90 ANNI DI IMPEGNO PER LA PACE
Nel 1925, subito dopo la Grande Guerra, don Antonio Rossaro dà vita alla Campana dei Caduti, Maria Dolens, come simbolo imperituro di condanna del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza fra gli uomini, di solidarietà fra i popoli.
Realizzata col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo conflitto mondiale, suonò il primo rintocco il giorno 4 ottobre 1925, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.
Da allora Maria Dolens ha fatto sentire alta la sua voce suonando ogni sera i cento rintocchi di ammonimento alla vita e alla pace.
Una grande intuizione, quella di don Rossaro che, utilizzando strumenti di guerra e di morte ha saputo realizzare uno strumento di pace e di speranza.
Oggi Maria Dolens è ancora un punto di riferimento, con le sue novantuno bandiere portate da altrettante nazioni che condividono il messaggio fondamentale di pace che la Fondazione propone e rinnova di anno in anno.
Novant’anni di impegno sono davvero un evento da festeggiare!
La Campana dei Caduti è un simbolo e come tale porta con sè innumerevoli significati, che in modo tangibile ci ricordano ogni giorno l’impegno, la costanza e la forza di tante persone che hanno lottato per la pace e l’unione tra i popoli.
Gandhi, Martin Luther King, il Dalai Lama, Johan Galtung, Jane Addams, Aung San Suu Kyi, John Lennon, Bob Dylan, Joan Baez solo per citare i più famosi, e tante altre grandi persone hanno fatto della loro vita un manifesto dedicato all’importanza del dialogo e della condivisione.
In questi novant’anni le guerre e la violenza hanno spesso preso il sopravvento nel mondo; ricordando solo come esempio l’olocausto, la pace è apparsa e appare spesso una utopia irraggiungibile, ma questi uomini e donne ci ricordano ogni giorno come invece essa sia possibile, oltre che necessaria.
In questo evento Spazio-Tempo Arte vuole tenere vivo il ricordo di tutti coloro che si sono impegnati per la pace nel mondo, di tutti coloro che ancora oggi continuano a farlo e rivolgersi a tutti coloro che vogliono portare avanti questa filosofia tutti i giorni, nel macro come nel micro contesto di ogni realtà individuale.
Nel corso del novecento e in questi primi anni del nuovo secolo i tanti episodi violenti hanno portato altrettante e più iniziative dedicate alla pace che hanno lasciato il segno, come la caduta del muro di Berlino, Woodstock, l’abolizione dell’apartheid, le rivoluzioni non violente e tantissimi eventi meno conosciuti a livello mediatico, che tuttavia ogni giorno aiutano e favoriscono il processo di pacificazione.

L’evento invita gli artisti a rappresentare la pace secondo schemi non convenzionali, sia parlando del concetto di pace, di dialogo e di non violenza in generale che citando personaggi famosi o meno, sia degli eventi noti e meno noti a livello internazionale che hanno caratterizzato il nostro secolo, ovvero tutto ciò che gli artisti vorranno portare all’attenzione del pubblico su questo argomento attraverso qualsiasi forma artistica.
Un evento quindi che racconta gli eventi, le azioni e i personaggi che dal 1925 al 2015 hanno lasciato testimonianze fondamentali di pace.

Il 2015 si è aperto con la voce di Maria Dolens in mondovisione, il 1° gennaio. Sono stati infatti i suoi rintocchi a chiudere l’Angelus di Papa Bergoglio, nella 48° Giornata Mondiale della Pace.
Il Pontefice ha invitato i fedeli ad ascoltare il suono della Campana della Pace attraverso i maxi schermi posti in piazza San Pietro e i collegamenti televisivi della Rai e del Centro Televisivo Vaticano.
Papa Francesco, ha ribadito nel suo discorso che “La pace è sempre possibile”.

Partecipo con l'opera: IL BACIO 100x120 cm acrilico su tela




venerdì, gennaio 09, 2015

Mostra collettiva a 4 "Qualcuno che ci guardi"

La prima esposizione del 2015 riprende il tema dello scorso anno 'arte/parole' dove ogni esposizione è traccia visiva di testi estrapolati da libri di ogni genere. Un'esposizione insolita perché mira a personificare le opere d’arte, prende spunto da una espressione profonda in cui chiunque potrebbe ritrovarsi e rende l'arte il fulcro dello sguardo umano. Kundera parla di categorie di osservatori, ma in particolare del bisogno di essere guardati. Chi riuscirebbe a vivere senza essere osservato? L'osservazione è attenzione, cura, rispetto: tutto ciò che merita un'opera d'arte. In fondo, cosa c'è di più visibile delle opere d'arte? Esse hanno bisogno dello sguardo del pubblico (prima categoria), degli occhi di chi le crea e si procurano sempre sguardi (seconda categoria), non avrebbero ragione di esistere senza lo sguardo di chi le ama e ama l'arte (terza categoria), vivono e vivranno sempre nel pensiero e quindi sotto lo sguardo degli assenti. Quattro i prescelti volutamente selezionati aderenti sia all'astrazione che alla figurazione, ma si va oltre. Tutto è figurazione in questa mostra, solo che c'è chi si palesa e chi si rifugia in gesti astratti solo apparentemente. La concettualità è avvincente tra le mani di Renato Giorgio e Amelia Salladini che si confrontano tra materia e colore in squarci paesaggistici alternativi; la figurazione si schianta negli sguardi giganti di Tiziana Tirtha Giammetta e Sara Zamperlin che inchiodano l'osservatore con il giganteggiare dei loro protagonisti. Tiziana Tirtha Giammetta si cimenta in volti grandi dai toni intensi in cui spesso emerge il blu, in un contrasto visivo di grande impatto ed eccezionale grandiosità poichè la magia di quell'arte sta nei contrasti tra i monocromi del fondo e il tratto che individua i volti: con soli due colori tutto si compie. Renato Giorgio è un maestro d'arte che nasce con la grafite e si evolve nella concettualità di paesaggi tratteggiati rapidamente in cui cielo e terra si incontrano in un filo centrale di congiunzione da cui tutto parte e tutto si evolve. Amelia Salladini si esprime con piccoli tratti di colore che, affiancati con minuzia, individuano grandi creazioni dove ora alberi ora una grande luna consentono allo sguardo di convertire l'attenzione¸ non si comprende da subito che siano paesaggi, reali o dell'anima poco importa, solo uno studio attento consente di perdersi in quegli orizzonti, in quei cieli di grande suggestione. Sara Zamperlin è istinto geniale a primo acchito, è un'arte viscerale che emerge nell'inconsuetudine di posizioni ed espressioni, un'arte matura ed energica, certa di una grandezza interiore che la particolarizza e la diversifica dalla comune figurazione. “Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo esser suddivisi in quattro categorie.La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. La seconda è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene. Essi sono più felici delle persone della prima categoria le quali, quando perdono il pubblico, hanno la sensazione che nella sala della loro vita si siano spente le luci. Succede, una volta o l’altra, quasi a tutti. Le persone della seconda categoria, invece, quegli sguardi riescono a procurarseli sempre. C’è poi la terza categoria, cui appartengono quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria: una volta o l’altra gli occhi della persona amata si chiuderanno e nella sala sarà il buio. E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.”(Milan Kundera - L’insostenibile leggerezza dell’essere)>a cura di Anna Soricaro, con il patrocinio di Fondazione Giuseppe De Nittis