lunedì, febbraio 21, 2011

La Qabbalah

La Qabbalah

La comprensione dei sistemi cabbalistici parte sempre dalla premessa che sia impossibile per la limitata capacità di coscienza umana riflettere su Dio e contemplarlo. Dio può essere avicinato solamente atttraverso lo studio del suo rapporto con il creato, allo stesso modo in cui come il nome di Dio è impronunciabile e pertanto ci si riferisce a lui con la frase En-Sof (in se stesso, infinito) oppure con il Tetragramma YHVH.
Nel Sefer Yetzirah il tema centrale è il processo di formazione, e i primi elementi del mondo spirituale, che sono tutti emanazioni del Divino, le dieci Sephirot, sfere dell'energia celeste. Esse si presentano configurate nella nota struttura ad albero (immagine a sinistra), l'Albero della Vita. In cima troviamo Kether, la Corona, affiancata sotto a destra da Binah, l'Intelligenza e a sinistra da Chokmah, la Sapienza. L'albero scende quindi attraverso i dieci centri, le porte dell'illuminazione. Il ramo destro è legato al principio maschile, il sinistro al femminile. altre Sefirot (il singolare è Sefirah) del lato maschile destro sono Ghesed (o Hesed) la Grazia o Misericordia e Netzach la Vittoria (alcuni vi attribuiscono anche la Pazienza) mentre dal lato femminile sinistro troviamo sotto a Binah Geburah (o Gevurah) la Potenza o Forza, e Hod, lo Splendore o la Maestà.
Al centro troviamo Tipheret (o Tiphareth) la Bellezza, sotto di essa troviamo Yesod, il Fondamento e infine Malkuth (o Malkhut) il Regno.
Le Sefiroth sono interconnesse attraverso dei percorsi, 22,caratterizzati dalle lettere dell'alfabeto ebraico.
Le Sefirot sono le Trasformatrici, prima emanazione dell'energia infinita dello En-Sof, mentre le 22 lettere, le Autiot, sono le operatrici che hanno il compito di creare il mondo materiale.
Il Sefer Yetzirah afferma che con le lettere "Egli raffigurò tutto ciò che venne fatto e tutto ciò che sarà fatto". La creazione delle lettere stesse è descritta all'inizio del secondo capitolo, dove si dice che Dio prima le incise, poi le plasmò, le permutò, le soppesò e infine le trasformò. Si può facilmente riconoscere in questo passo una sorta di percorso alchemico materiale/spirituale.
L'alfabeto è diviso in tre gruppi: Le Madri, le sette Doppie e le dodici Singole.








giovedì, agosto 19, 2010

quattro anni fa... ripescata da un mio quaderno



Io sono pietra, sono un essere definito e mutevole che si dissolve e si coagula attorno al proprio cuore in forme relativamente differenti e relativamente uguali.

Non guardo più alla finestra dell'orizzonte con curiosità e speranze, guardo i miei passi e le mie mani che hanno la forma di sempre, guardo i miei propri occhi che sono nuovi eppure antichi.

Non volgo più il capo indietro a rimpiangere o rimuginare, ascolto il battere del mio cuore, talvolta tumultuoso, talaltra quieto, ma sempre presente a se stesso ed al tempo in cui vive.


Non cerco più di piegare il mondo ed il destino in forme a me confortevoli, io sono il mio proprio conforto, il giaciglio dei miei sogni, il lume dei miei risvegli.

Non chiedo più a maestri ed amanti di colmare le mie lacune, le mie lacune sono colme della mia pazienza, saranno il mio lavoro ed il mio impegno a dar loro forma piena.

Non chiamo più "sogno" le ambizioni e i desideri, i Sogni meritano rispetto, sono i maestri del tempo, la dimora dell'Anima, hanno leggi sublimi e segreti dolcissimi e ci offrono importanti spiragli su come trovare il modo migliore di abitare la vita.

Non offro più incantesimi d'amore, offro un solido e caldo cuore in un corpo vivo, per costruire insieme il presente così come ci si offre.

martedì, luglio 20, 2010

Tira fuori la tua creatività!


Tira fuori la tua creatività!

(approccio allo sviluppo creativo pensato per artisti, ma sicuramente utile anche per altre categorie)

"La creatività richiede coraggio." Henri Matisse (pittore)


S'è creduto per molto tempo che la creatività fosse un talento innato di poche fortunate persone, alcuni di voi probabilmente ancora restano ancorati a quest'idea: "se non ci sei nato non sarai mai creativo" come dice: Émile Auguste Chartier (filosofo) "Niente è più pericoloso di un’idea quando si ha un’idea sola e non si vuole cambiarla." Nei decenni di studi che sono seguiti si è compreso che la creatività è un processo che può essere appreso, che le risorse di creatività sono innate nell'essere umano ed hanno solo bisogno di essere portate alla luce. Inoltre anche la creatività già presente può essere accresciuta.

"Creatività è solo un altro nome delle normali attività. Qualsiasi attività diventa creativa quando chi la svolge ha cura di farla bene, o meglio." John Updike (scrittore)

Il secondo ostacolo è credere che la creatività sia come un fulmine che ti capita tra capo e collo, lo afferri e ti illumini di immenso e quando è passato non hai che da sederti nella più grigia desolazione in attesa (passiva) che si ripresenti... Ebbene, se è vero che in ambito artistico è naturale vivere dei percorsi creativi un po' assimilabili alle maree, fatti di secche e piene, è altresì vero che si possono limare i dislivelli, che si possono anticipare tanto le piene che le secche, e si possono in definitiva riempire gli spazi bianchi non necessari (sul come scriverò un altro post specifico).


L’umore non c’entra nulla. Alcuni dei migliori lavori creativi sono stati fatti nei giorni in cui ogni cosa sembra essere pura spazzatura. Julia Cameron (artista)





A. Taylor nel suo libro "The nature of the creative process" (notare che trattasi di libro del 1959 tanto per dire quanto sono superati, a nostra insaputa, certi nostri preconcetti) individua cinque livelli di creatività che ciascuno di noi può 'scalare' aiutato dalla propria motivazione.


  1. creatività 'primitiva e intuitiva' che si manifesta in bambini ed adulti che non sono stati educati specificamente a praticare arti ed attività creative in genere. Le qualità che caratterizzano questo livello sono una sorta di innocenza ma anche immediatezza e spontaneità. A questo livello chi crea lo fa per il puro piacere di creare.
  2. creatività di livello 'accademico e tecnico'. Trattasi della creatività imbrigliata dall'educazione, attraverso un apprendimento specifico, le tecniche apprese permettono di rendere l'espressione creativa più variegata e raffinata, l'opera creativa manifesta una sorta di potere espressivo dato dalla competenza tecnica acquisita.
  3. creatività 'inventiva', qui l'artista attraverso al sperimentazione ed il lavoro approccia diverse soluzioni, nate anche dall'uso insolito di stili strumenti e tecniche. Qui si ha la prima rottura delle regole acquisite, l'abbandono del sicuro utero accademico per avventurarsi nello sperimentale. L'utilizzo dei mezzi accademici diventa un trampolino da cui spiccare il balzo verso nuovi linguaggi più personali.
  4. creatività 'innovativa', ecco che l'invenzione è superata e si raggiunge un livello più originale e davvero innovativo. Magari è il momento di forzare maggiormente e introdurre metodi e materiali davvero insoliti, che nulla hanno a che fare con il background accademico, che tuttavia diventa comunque una base critica necessaria, magari a questo punto più inconscia e inconsapevole,  per produrre lavori dotati di qualità innovativa ma non privi di costrutto.
  5. Il quinto livello è quello più 'ambito' e forse meno spiegabile, è il 'genio'. Qui è la propria verità interiore, la propria natura, che emerge in modo unico e irripetibile, un inspiegabile parto che sfugge ala spiegazione quanto al controllo razionale, ma che appartiene a ciò che di più originalmente individuale è in ognuno di noi. Il frutto di questo livello non può essere predetto, predestinato, diretto, calcolato, è la manifestazione del nostro essere attraverso la nostra opera. E il risultato di questo livello dipende dal 'materiale' innato che ci caratterizza che attraversando tutti i livelli precedenti ha finalmente trovato un modo per esprimersi in tutta la sua unicità.
invitandovi ad avere il coraggio di affrontare la curiosa ed affascinante recherche della vostra creatività lasciatemi concludere questa riflessione con un ulteriore aforisma:


"La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente."
Albert Einstein (fisico)


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colore visione e creatività

lunedì, febbraio 22, 2010

Gli amori sono come i libri

gli amori sono come i libri: ci sono quelli che durano giusto lo spazio di un viaggio, quelli che non abbandoni mai, e li rileggi ogni volta da capo e li porti ovunque tu vada, ci sono quelli che appena iniziati sai già come vanno a finire, quelli che ti sorprendono, quelli che partono pieni di promesse e poi hanno un finale deludente, quelli che trovi sui treni... e quelli che abbandoni distrattamente non sai dove... quelli che valgono i soldi spesi, quelli che non vedi l'ora di darli via... ma MAI ti verrebbe mai in mente di dire (dopo un finale deludente) "giuro che non leggerò mai più!" perchè sai che ogni volta è un mondo nuovo da scoprire. Allora perchè solo per una storia finita male decidi di non amare più?