"Contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola." Baudelaire
Questo mio lavoro ha una lunga storia, è nato da un sogno ricorrente che ho fatto sin dall'adolescenza fino allo tsunami di Sumatra, poi non è più ritornato.
Nel sogno l'onda gigante si presentava molto spesso negli stessi luoghi, ma a volte variava, era sempre terrificante, ed esprimeva al meglio tutta la forza della natura scatenata, probabilmente la mia natura scatenata.
Quando nel dicembre del 2004 ho visto nei telegiornali una delle sue forme reali, e che ha colpito tra l'altro maggiormente Sumatra, un'isola che ha avuto un significativo ruolo nella mia esistenza, l'onda dei miei incubi è scomparsa.
Ma non ho smesso di cercare di scoprire il significato profondo di quel sogno, sogno nel quale all'inizio ero vittima impotente, ma che negli anni avevo imparato a 'gestire' e nei sogni via via trovavo modo di sfuggire all'imminente impatto della gigantesca massa d'acqua.
Negli anni ho scoperto che moltissime persone hanno questo tipo di incubo ricorrente, ma ho anche scoperto che ciononostante non esiste una letteratura approfondita specifica sulle implicazioni profonde a livello psichico di questo sogno ricorrente tanto diffuso.
Nell'arte è stato Hokusai a darne la rappresentazione più efficace e nota, ed è stato ammirando la sua opera 'La grande onda di Kanagawa' che è nato in me il desiderio, prima o poi, di affrontare artisticamente questo lavoro.
Ma mentre la sua opera mostra uno tsunami, ovvero un'onda che si avvicina alla costa per frangersi, a me interessava l'onda anomala, quella che si forma in mezzo all'oceano, che non ha una costa su cui frangersi, ma si alza sempre più maestosa sommando moltissime onde più piccole.
Volendo però rendere comunque omaggio all'opera del maestro nipponico ho quindi cercato un madrelingua che mi aiutasse nella ricerca di un termine adeguato, per il titolo, che potesse dare un senso all'opera. Dall'Australia una docente universitaria giapponese Yuki, è venuta in mio soccorso, isolando per me alcuni diversi termini che potevano essere utilizzati, tra questi ho scelto Uneri うねり che, usando le parole di Yuki:
"descrive l'enorme movimento del gonfiarsi della superficie dell'oceano - sono onde di rotolamento, si usa per dire cose del genere "Uneri è alto / grande" e si ha un senso di mare che si solleva alto e imponente in un movimento in qualche modo lento ma potente, e non si frange"Ecco quindi perchè ho scelto questo termine per intitolare il mio Lavoro, lavoro che ora vi mostro:
うねり Uneri - Tiziana 'Tirtha' Giammetta Acrilico e tessuto su tela 50x70 cm clicca per ingrandire |
una curiosità, si dice che Hokusai dipinse la sua onda come proveniente da sinistra perchè meno 'ovvia' per il pubblico giapponese, abituato a leggere in direzione diversa rispetto all'occidentale, non so se sia vero, ma quando mi sono messa al lavoro e mi è uscita un'onda proveniente da destra, in modo istintivo, poi riguardandola ho avuto un senso di spiazzamento, perchè per me sarebbe stata più 'naturale' proveniente da destra, nonostante creandola non abbia ragionato su questo producendo in modo assolutamente spontaneo un'onda 'inversa'. Anche questa inversione di onda avrà un suo significato?
A voi la risposta.
e nel frattempo, appena postato su Facebbok, questo lavoro, ha ispirato un trittico poetico nel gruppo Poeti Viandanti, che qui pubblico:
“Trittico” estemporaneo per Verso e Con Verso
'La nascita dell'onda'
Rubare l'orizzonte
celati dalle fronde come cigli dell'autunno
quando l'imbrunire è blu come le sponde
di un sogno dimenticato dalla morte.
Un'onda raggelata
racchiude sempre
la geometria
dei suoi cristalli.
Mi rubo al suono
E celebro lo spazio
Lo occupo senza sapere
Se ancora vivo o se sono.
(Poeti Viandanti: Roberto Franco – Simona Saletti – Sara Grimaldi)