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"L'origine du monde" 2016 tecnica mista
su tela montata su tavola 50x70 cm
opera selezionata per essere esposta nel 2017
al Vittoriano durante la Triennale delle Arti Visive di Roma |
Molti mi hanno chiesto come mai una ritrattista innamorata del colore pieno, a tinte intense, sia improvvisamente, senza alcun preavviso passata all'astratto e per di più bianco; nulla accade per caso, anzi come ama dire mio marito '
le coincidenze sono come le isole, se togli l'acqua scopri che tutto è collegato'... questo post quindi serve a 'togliere l'acqua'.
Nei primi anni 90 frequentavo l'Accademia di Belle Arti, a Verona, provenivo dalla grafica, dalla fotografia, e la pittura 'pura' senza scopo pubblicitario era per me un enorme orizzonte tutto da esplorare, un cielo aperto, sconfinato e incognito.
Allora ancora non avevo abbandonato la carta, e anche se finalmente potevo esprimermi liberamente, sulle grandi dimensioni, e sui soggetti, la carta a me tanto familiare durante studi di grafica mi dava un terreno rassicurante da cui partire.
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"Vietnam" 1992 - acrilico e pastelli a olio su carta da scena circa 100x 100 cm (clicca per ingrandire) |
La tela, all'inizio furono lenzuola, arrivò solo nel 1993, quando, dopo un'immensa tragedia familiare e una prolungata fuga all'estero, tornai libera dal percorso di studi, e mi sentii di seguire un primo percorso più autonomo.
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"Stefano" acrilico su lenzuolo 1993 - 98x123 cm (Clicca per ingrandire) |
La figura umana, con un uso espressionista del colore e con una ricerca di 'essenzialità' del segno, velocità di esecuzione, mi ha accompagnato, da allora fino a pochi mesi fa, MA con una importante cesura intermedia, determinata da un blocco artistico sfociato in una depressione, dalla quale sono uscita nel 2000, grazie a un percorso di psicologia del profondo e all'impegno attivo (circa dieci anni) nella musica.
A parte qualche lavoro artistico sporadico la vera rientrata in scena nella mia vita, da protagonista, della pittura avviene nel 2012 con l'opera 'Sorgente' (attenzione al titolo) realizzata sopra un quadro interrotto all'inizio del periodo depressivo, il quadro che aveva caratterizzato 'il blocco', si trattava di un'opera a tema alchemico, che non avevo mai terminato.
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"Sorgente" acrilico su tela - 2012
(clicca per ingrandire) |
Da allora ho lavorato in modo libero, e curioso, continuando ad esplorare la figura umana, il ritratto, raccogliendo, come piccoli frammenti di un puzzle ancora a me sconosciuto, i volti di persone della mia vita, ognuna con il suo caratteristico modo di essere, ognuna con le proprie tonalità, il proprio colore, come a comporre un grande invisibile ritratto collettivo, il ritratto della mia anima rispecchiata in un frammento delle loro anime.
E in mezzo, tra essi, utilizzando sempre persone della mia vita come modelli, alcune opere a tema mitologico come Medusa:
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Medusa - Acrilico su tela ottagonale
lato cm.46 ingombro 112x112 cm- 2014 |
Fino al 2016
D'un tratto il nero (non più la depressione fortunatamente) bensì una velata malinconia ha 'ingessato' il mio lavoro artistico, la mia ultima opera è un piccolo schizzo su moleskine caratterizzato da toni lividi (ne pubblico qui una foto) quasi una revisione in cupezza del quadro realizzato poco prima con lo stesso soggetto (quadro 50x70 che trovate
QUI)
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Persefone 2016 - schizzo su moleskine
inchiostro e acquerello |
Ma non solo questa, le ultime cinque opere non ritraggono più una persona della mia vita, ma ognuna di loro una perfetta sconosciuta... forse quello che in me cercavo, la parte ignota.
Quest'ultima inoltre rappresenta la figlia della dea della natura, della terra, della prosperità, rapita e imprigionata da Ade negli inferi. Le coincidenze non esistono dice Matteo, mio marito, e tutto questo non è stato studiato a tavolino, programmato, ho sempre seguito il mio istinto, la mia spinta interiore, nella scelta dei soggetti, ed alcuni di loro (come Medusa, la pietrificatrice) mi sono costati anche emotivamente nella gestazione.
Ed arriviamo al quadro che stavo per dipingere, e non ho mai iniziato, il quadro doveva coprire, eliminare, nascondere un opera che da un po' disconosco, che non sento mia, che a modo mio detesto, questa:
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"Fondazione" - 2012 rimaneggiata nel 2015 -
acrilico su tela 120x120 cm |
l'immagine, livida e oscura, che avrebbe dovuto cancellare la vita nascente di "Fondazione" sarebbe stata tratta dal riflesso dello specchio in questa foto:
Melanconia, sarebbe stato il titolo, e qui appare chiaro l'evidente allargarsi del manto scuro della nigredo, che si era impadronito del mio fare artistico.
Ma come si arriva dal nero profondo al bianco?
Beh, ripeto ancora che le coincidenze non esistono, e mentre come una assetata vagavo tra blog di artisti e gruppi di artisti per trovare un calice di acqua fresca (senza trovarlo peraltro, trovando invece tanti altri assetati in cerca di sollievo) è arrivata una inattesa 'sfida' da qualcuno, che su quei blog non si trovava, mi ha voluta spronare, vedendo in me una luce che non coglievo più, vedendo in me un germe di possibilità, e mi ha chiesto di accogliere la sua proposta: un'opera astratta total white!!!
Non nego il panico iniziale, non nego la tentazione di ritirarmi come un ragno nel buco, MA questo semplice chiedermi di esplorare un terreno a me non consono, e soprattutto nell'unico colore che non avevo ancora esplorato, ha aperto un universo.
Il giorno dopo la sconcertante proposta un'esplosione di possibili quadri nella mia mente si susseguiva senza posa, come una supernova, frammenti di visione ovunque, possibilità infinite... (Persefone quando esce dall'Ade non porta forse la primavera?)
Voglio citare ciò che ho scritto più sopra parlando del mio ingresso in Accademia: "
un enorme orizzonte tutto da esplorare, un cielo aperto, sconfinato e incognito"
All'improvviso ho compreso che il figurativo era stato un limite al mio percorso, che posso esplorare tutto ciò che emerge dalla mia anima senza pormi il limite di trovare un 'attore umano' adeguato a ricoprire i panni di ciò che sento di voler esprimere, e che l'astratto è anche la risposta perfetta naturale al mio bisogno di essenzialità.
Dopo un primo tentativo, germinale, atto più che altro a testare alcuni medium per realizzare il lavoro che sentivo dentro, ed un lavoro incompiuto, per il quale sto cercando una soluzione tecnica adeguata, finalmente ho visto una nuova porta da abbattere, la tela mi sembrava angusta, limitata nel suo essere unidimensionale, e così è nato, "l'origine du monde" da un incisione curva nella tela, una vagina fertile si è aperta in modo creativo, femminile, per partorire una nuova dimensione del mio esprimermi.
E siccome tutto qui sembra essere come una spirale che ritorna su se stessa, per aprirsi verso una nuova meta, ritrovo assonanza tra quella 'sorgente' che ha caratterizzato nel 2012 il mio ritorno alla pittura, e questa "origine du monde" (titolo nato in modo spontaneo, non pensato, se non nella citazione di Courbet) che apre ad un futuro che ora guardo con crescente curiosità, in attesa di vedere in che modo il passato potrà interagire ancora con il mio operare futuro.
Colgo l'occasione qui per ringraziare Gianni Dunil per avermi lanciato la sfida di cui si parla in questo post.