domenica, giugno 02, 2013
sabato, maggio 04, 2013
Il colore come suono
Neil Harbisson (1982) è nato con un deficit visivo genetico, l'acromatopsia, che gli consente di vedere il mondo solo in bianco e nero. Dal 2004 indossa sulla testa un eyeborg –una camera che, collegata a un computer che porta nello zaino, legge le onde elettromagnetiche della luce e le trasforma in onde sonore, che sono note musicali- per cui lui non solo è capace di attribuire un suono ad ogni colore, ma anche un colore ad ogni suono, dopo aver memorizzato le frequenze relative ad ogni colore interpretandole come una scala di colori.
Con un po’ di fatica riesce ad avere il permesso di inserire una sua foto con eyeborg per il passaporto perché ritiene che l’apparecchiatura fa parte della sua immagine. Da quel momento è considerato il primo cyborg del mondo. Harbisson sostiene di essere diventato un cyborg quando l'unione tra il suo organismo e la cibernetica ha creato un nuovo tessuto neuronale nel suo cervello, che gli permette di percepire i colori attraverso un nuovo senso: "Non è l'unione tra l'eyeborg e la mia testa a convertirmi in un cyborg ma l'unione tra il software e il mio cervello".
A 16 anni iniziò lo studio delle Belle Arti con un permesso speciale per l'utilizzo esclusivo di bianco, nero e grigi nelle sue opere. Le sue prime opere sono tutte in bianco e nero. Anche in musica ha adottato, in modo naturale, come istrumento il piano perché era bianco e nero.
Nell'ottobre 2003 Harbisson conosce, nell’università, Adam Montandon un professionista della cibernetica e gli racconta la propria condizione visuale. Da quel momento iniziano a lavorare insieme sul progetto dell’Eyeborg. Nel 2007 Harbisson incontra Peter Kese, un programmatore software che gli offre di sviluppare l'eyeborg in modo da permettere di percepire anche la saturazione e non soltanto i toni di colore. In poche settimane crea un nuovo modello di eyeborg con cui può percepire fino a 360 sfumature di colore attraverso i microtonie di saturazione. Più tardi uno studente universitario sviluppa l'eyeborg in un chip permettendogli di farsi impiantare lo strumento e di ascoltare colori che superano i limiti della percezione umana, come l'infrarosso e l'ultravioletto.
“La magia delle uova è che sono come dei carillon, se le apri ci trovi un fa diesis”
guardatevi questo video:
http://www.ted.com/talks/ neil_harbisson_i_listen_to_colo r.html
(Ringrazio Anna Barcellona per questo articolo)
Con un po’ di fatica riesce ad avere il permesso di inserire una sua foto con eyeborg per il passaporto perché ritiene che l’apparecchiatura fa parte della sua immagine. Da quel momento è considerato il primo cyborg del mondo. Harbisson sostiene di essere diventato un cyborg quando l'unione tra il suo organismo e la cibernetica ha creato un nuovo tessuto neuronale nel suo cervello, che gli permette di percepire i colori attraverso un nuovo senso: "Non è l'unione tra l'eyeborg e la mia testa a convertirmi in un cyborg ma l'unione tra il software e il mio cervello".
A 16 anni iniziò lo studio delle Belle Arti con un permesso speciale per l'utilizzo esclusivo di bianco, nero e grigi nelle sue opere. Le sue prime opere sono tutte in bianco e nero. Anche in musica ha adottato, in modo naturale, come istrumento il piano perché era bianco e nero.
Nell'ottobre 2003 Harbisson conosce, nell’università, Adam Montandon un professionista della cibernetica e gli racconta la propria condizione visuale. Da quel momento iniziano a lavorare insieme sul progetto dell’Eyeborg. Nel 2007 Harbisson incontra Peter Kese, un programmatore software che gli offre di sviluppare l'eyeborg in modo da permettere di percepire anche la saturazione e non soltanto i toni di colore. In poche settimane crea un nuovo modello di eyeborg con cui può percepire fino a 360 sfumature di colore attraverso i microtonie di saturazione. Più tardi uno studente universitario sviluppa l'eyeborg in un chip permettendogli di farsi impiantare lo strumento e di ascoltare colori che superano i limiti della percezione umana, come l'infrarosso e l'ultravioletto.
“La magia delle uova è che sono come dei carillon, se le apri ci trovi un fa diesis”
guardatevi questo video:
http://www.ted.com/talks/
(Ringrazio Anna Barcellona per questo articolo)
mercoledì, marzo 13, 2013
"Egos" IV Edition
Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea
18 - 24 marzo 2013
c/o Royal Opera Arcade Gallery
Londra - Pall Mall Street, Sw1y 4U Y – Regno Unito
http://roa-galleria.com/
La rassegna, a cura di Rosi Raneri, critico d’arte e direttore artistico, si terrà presso la Royal Opera Arcade Gallery situata a Westminster, nel cuore di Londra, United Kingdom.
La quarta edizione della mostra avrà luogo dal 18 al 24 marzo 2013 con Opening il giorno 18 marzo h. 18:00
La mostra Egos intende individuare differenti "identità" artistiche e delinearne i loro caratteri. Si mostra in tal modo l'esegesi di differenti individualità, stili e percorsi di artisti italiani e internazionali, che volgono le proprie espressioni artistiche all'affermazione della propria analisi e del proprio Ego all’interno del panorama odierno contemporaneo.
La partecipazione è aperta ad artisti italiani e internazionali operanti nei campi della pittura, scultura, fotografia, arte digitale e altri ambiti artistici.
La rassegna, a cura di Rosi Raneri, critico d’arte e direttore artistico, si terrà presso la Royal Opera Arcade Gallery situata a Westminster, nel cuore di Londra, United Kingdom.
La quarta edizione della mostra avrà luogo dal 18 al 24 marzo 2013 con Opening il giorno 18 marzo h. 18:00
La mostra Egos intende individuare differenti "identità" artistiche e delinearne i loro caratteri. Si mostra in tal modo l'esegesi di differenti individualità, stili e percorsi di artisti italiani e internazionali, che volgono le proprie espressioni artistiche all'affermazione della propria analisi e del proprio Ego all’interno del panorama odierno contemporaneo.
La partecipazione è aperta ad artisti italiani e internazionali operanti nei campi della pittura, scultura, fotografia, arte digitale e altri ambiti artistici.
mercoledì, marzo 06, 2013
Itten, l'inventore della teoria dei colori che studiamo a scuola
andate a leggere un articolo su di lui su questo bellissimo blog:
http://ilmuseoimmaginario.blogspot.it/2010/08/joahnnes-itten-linventore-dei-colori.html
http://ilmuseoimmaginario.blogspot.it/2010/08/joahnnes-itten-linventore-dei-colori.html
giovedì, febbraio 07, 2013
Colore Visione e Creatività
Colore Visione e Creatività
Come ben sapete il colore è il risultato della decodificazione delle diverse lunghezze d'onda della luce riflessa, che viene percepita dai nostri occhi e mandata alle aree del cervello preposte per essere 'tradotta'. Nell'occhio troviamo due tipi di recettori: i coni, preposti alla visione dei colori (fotopica) e i bastoncelli, più sensibili al movimento, alla visione al buio (scotopica). Questi 'sensori' lavorano in modo indipendente ed entrambi i tipi sono caratterizzati da differenti sensibilità alla luce. A loro volta i coni si dividono in tre categorie, quelli deputati alla visione del verde, del blu e del rosso (per ulteriori dettagli: http://it.wikipedia.org/wiki/Fotorecettore )
Ora va precisato che non esiste un solo essere umano che percepisca il colore esattamente allo stesso modo, e per rendere più facile la comprensione di ciò vi basta pensare a quando vedete una foto a colori sul vostro pc, poi sul pc altrui e poi la stampate, avrete tre versioni sensibilmente diverse della stessa foto dal punto di vista cromatico (e spesso anche del contrasto). Accade la stessa cosa con gli occhi ed ancor più col colore 'immaginato', dite BLU a un gruppo di persone e state certi che ognuno di loro avrà visualizzato mentalmente una sfumatura di blu differente.
Va considerato anche che esistono patologie specifiche della visione del colore, come il daltonismo, che agiscono in modo differente a seconda della percentuale o del tipo (non esiste un solo tipo di daltonismo a differenza di quanto comunemente si crede); online si trovano parecchi test facili facili da fare per autovalutarsi. Provate questo.
Prima di abbandonare l'argomento daltonismo vi invito a visitare anche l'utilissimo sito "Color Scheme Designer" dove, oltre a poter sperimentare in tempo reale le combinazioni di colore più efficaci per il web (fornisce anche html), potete anche testare come queste vengono percepite in caso di problemi di visione del colore.
Tuttavia esiste anche una cosa chiamata 'intelligenza cromatica' ovvero la capacità di percepire e discernere finissime sfumature, trovate qui il test, a differenza dei soliti Q.I. in questo meno punti fate più intelligenza cromatica avete (perchè ogni punto è un errore).
Henri Matisse disse: "Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione."
Nell'arte il colore, non più vincolato alla rappresentazione fotografica della realtà osservata, diventa mezzo di comunicazione espressiva, portatore di significati. Nel libro "Color Design Workbook" di Adams Morioka l'autore osserva che quando il colore è scelto nella specifica caratteristica reale che va a rappresentare viene definito colore 'locale', quando invece è inatteso o anomalo viene definito colore 'occulto'. Ad esempio: se una mela viene dipinta in sfumature di blu susciterà nell'osservatore interrogativi sul perchè quel colore insolito usato per descrivere un oggetto tanto familiare, questo probabilmente creerà una sorta di legame comunicativo con l'opera. In questo senso l'alterazione cromatica spinta diventa una chiave di espressione, ma anche una chiave interpretativa e un'astrazione dell'idea percettiva del colore (anche in presenza di un oggetto 'reale' nella sua forma).
Ecco che la scelta del colore, tanto quanto quella della forma, acquisiscono nell'opera creativa un'importanza chiave. Questa è ben riconosciuta in ambito grafico comunicativo, forse meno esplorata e sentita in ambito pittorico amatoriale, dove per la maggiore si opta per un realismo cromatico o per una sorta di casualità cromatica emotiva.
Eppure anche la scelta del colore più banale mediante accostamenti pensati con altri colori influenza significativamente l'equilibrio di luce ed ombra, e vi sono dei colori che insieme 'vibrano' come se risuonassero reciprocamente. Non a caso i termini 'armonico' e 'cromatico' si utilizzano anche in ambito musicale, anche il suono dopotutto è dato da lunghezze d'onda differenti decodificate dal nostro cervello. Perciò in qualche modo i sette colori dell'iride, vanno ad accostarsi in una sorta di 'mistica' fratellanza con le sette note.
prossimamente affronterò il tema del colore come influenza sulla psiche e come simbolo.
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Tira fuori la tua creatività!
lunedì, febbraio 04, 2013
Livio Caffieri
schizzo preparatorio per un ritratto di Livio Caffieri
Acquerello terra d'ombra, inchiostro bianco e matita, su carta ruvida colorata
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